Maurizio Fiorino

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Maurizio Fiorino è un fotografo e scrittore italiano. Dopo aver trascorso un’adolescenza turbolenta in Calabria, nel 2003 si trasferisce a Bologna dove studia all’Università di Bologna. Si iscrive dapprima a Scienze Politiche, poi Lettere e Filosofia e infine al DAMS, con indirizzo Arte. Bocciato all’esame di Storia della Fotografia, decide per protesta di abbandonare gli studi senza mai conseguire il diploma di laurea. Negli anni dell’università inizia a collaborare a diverse testate giornalistiche. Dal 2007 al 2012 si trasferisce a New York, dove frequenta l’International Center of Photography e si avvicina agli ambienti artistici americani, esponendo le sue fotografie alla Leslie Lohman Gallery e alla Chair and the Maiden Gallery. Si trasferisce ai McKibbin Street Lofts nella zona est di Brooklyn, teatro di nuove avanguardie artistiche. Nel 2008 il Museo di arte contemporanea di Crotone ospita una retrospettiva dedicata al suo lavoro dal titolo “Boys of life”, un omaggio ai ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini, che l’artista considera uno dei suoi maestri, insieme a Diane Arbus e Nan Goldin. Nello stesso anno presenta “Outcalls”, una mostra pensata per il web che indaga ancora più a fondo il mondo della prostituzione maschile. Le trenta fotografie del progetto, molto intime e personali, sono intervallate da diversi episodi, anche violenti, che l’artista ha fotografato e vissuto in prima persona[6]. Nel frattempo collabora con fotografi di fama internazionale. Dal 2013 vive a Milano. Nell’ottobre 2014 pubblica il suo romanzo d’esordio, Amodio, la storia di un giovane pugile figlio di un boss della ‘ndrangheta. Ambientato nel profondo Sud Italia, il romanzo tratta argomenti scomodi quali l’omosessualità all’interno delle ndrine mafiose, l’omofobia, il travestitismo e il difficile rapporto tra gli adolescenti e il mondo degli adulti. Nel dicembre 2014 è stato insignito del premio “La meglio gioventù” da parte della città di Crotone.

Con alle spalle tre facoltà iniziate e mai terminate (Scienze Politiche, Lettere, Dams, ndr) e varie bocciature all’esame di fotografia, Maurizio è uno di quei ragazzi che ce l’ha fatta. A dispetto di tutto e tutti.

E rivolgiamo lo sguardo innanzitutto ai molteplici successi raggiunti, basta considerare il fatto che a soli 28 anni ha esposto le sue opere a New York, prima alla Leslie Lohman Gallery (2008) e poi alla CATM Gallery (2010), passando per Palazzo Marino a Roma (2009) e il Mack, il Museo d’Arte Contemporanea di Crotone. I suoi punti di riferimento sono da sempre Pier Paolo Pasolini e Diane Arbus, la grande fotografa americana che per prima ha ispirato i suoi lavori. Le sue opere ritraggono soprattutto corpi e volti, maggiormente di ragazzi (primo tra tutti il suo, come possiamo vedere dai suoi innumerevoli self-portraits). Il set scelto e preferito è quello della strada. Il suo stile, dall’approccio narrativo e dal sapore intimo, si caratterizza, oltre che per l’informalità delle immagini che rimandano ad una visione iperrealista e cruda del mondo, dalla straordinaria vitalità che conferisce ai protagonisti di questi scatti: corpi in bella vista carichi di eccessi sensuali che guadano all’obiettivo tirando fuori l’anima e trattenendo la solennità di un momento di vita vissuta. Quasi a celebrarla in un’istantanea.

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